Art. 414 c.c.: “il maggiore di età e il minore emancipato, i quali si trovano in condizioni di abituale infermità di mente che li rende incapaci di provvedere ai propri interessi, sono interdetti quando ciò è necessario per assicurare la loro adeguata protezione”
Che cos’è l’interdizione giudiziale?
L’interdizione giudiziale è il procedimento attraverso cui si limita, di norma in maniera totale, la capacità di agire di coloro i quali si trovano in condizioni di abituale infermità di mente che li rende incapaci di provvedere ai propri interessi.
A seguito dell'interdizione, l'incapace viene a trovarsi in una posizione analoga a quella del minore e non può, quindi, compiere atti giuridici, né di ordinaria, né di straordinaria amministrazione. Pertanto, un Giudice Tutelare provvederà a nominare un tutore che rappresenti, e quindi sostituisca, l'interdetto nella cura dei suoi interessi.
Chi abbia dubbi su tematiche specifiche in qualsiasi modo inerenti l’interdizione giudiziale o la procedura di interdizione giudiziale, può rivolgersi allo Studio Legale dell’Avv. Francesca Pandolfi, attivo a Varese città e provincia. Lo Studio Legale Pandolfi di Varese si occupa infatti anche di interdizione giudiziale, nell’ambito più vasto del diritto civile, dei diritti della persona e del diritto famigliare.
Mentre la capacità giuridica, cioè l'idoneità a diventare titolari di diritti e doveri, è attribuita nel nostro ordinamento a tutte le persone fisiche per il solo fatto della nascita, la capacità di agire, cioè l'idoneità a compiere validamente atti giuridici, si fonda sulla idoneità psicofisica di provvedere ai propri interessi: proprio per questo motivo un minore non ha la capacità di agire, ma è anche vero che il maggiore d'età può trovarsi in situazioni che possono escludere o limitare la capacità di agire.
L'interdizione giudiziale si riferisce ai casi più gravi, perché l'interdetto dovrà essere rappresentato da un tutore in tutto e per tutto.
Quali sono le condizioni che possono determinare e giustificare l’interdizione giudiziale?
La sentenza d'interdizione può essere pronunciata se sussistono le seguenti condizioni:
Abituale infermità di mente
Per potersi fare luogo ad interdizione, occorre che lo stato d'infermità mentale sia abituale, quindi costante e non soltanto occasionale, anche se sussistono dei periodi di lucidità.
Incapacità di provvedere ai propri interessi
L’infermità mentale deve essere tale da impedire che il soggetto possa provvedere ai propri interessi, siano essi atti relativi al proprio patrimonio o personali, come ad esempio un matrimonio o altro.
Necessità di assicurare adeguata protezione
Questo procedimento garantisce un’adeguata protezione alla persona interdetta. L’attenzione deve essere spostata dalle persone che chiedono l’interdizione alle necessità dell’interdetto.
Le procedure di interdizione giudiziale rappresentano situazione di estrema delicatezza, nelle quali occorre muoversi con tatto, consapevolezza e fermezza. Per questo motivo è bene rivolgersi a un Legale esperto nel campo del diritto civile, del diritto della famiglia, dei diritti della persona, delle interdizioni, inabilitazioni e amministrazioni di sostegno.
Lo Studio Legale Pandolfi di Varese è un valido sostegno nell’avvio di procedure per interdizione giudiziale, in grado di instaurare un dialogo proficuo con il cliente, indicando ogni volta con chiarezza quale sia la strategia più adatta a conseguire in tempi brevi gli obiettivi concordati. Lo Studio dell’Avvocato Pandolfi, comodamente raggiungibile da tutta la città di Varese come anche dalla provincia, è un solido punto di riferimento in tutte le controversie famigliari e un sostegno Legale, pragmatico ma anche umano per chi si trovi a dover intraprendere le complicate procedure di interdizione giudiziale. In Via Piave 12 a Varese, lo Studio dell’Avvocato Francesca Pandolfi riceve su appuntamento.
Interdizione giudiziale e interdizione Legale sono la stessa cosa?
No, interdizione Legale e interdizione giudiziale non sono la stessa cosa. L’interdizione Legale, prevista dall' artt. 32 e 33 c.p., è detta Legale proprio in quanto opera ex lege, ossia senza bisogno di un apposito giudizio.
La ratio dell’interdizione Legale (a differenza di quanto accade con i minorenni e nel caso dell’interdizione giudiziale, tant’è vero che l'incapace Legale può compiere atti di natura personale e familiare) non risiede nell’esigenza di intervenire a favore di un soggetto incapace di provvedere ai propri interessi, ma è una pena accessoria contro chi si è macchiato di un reato doloso di particolare gravità.
Gli atti compiuti dall'incapace Legale sono annullabili in forma assoluta ex art. 1441 c.c. comma 2, cioè l'azione di annullamento Legale può essere promossa da chiunque vi abbia interesse.